Caro viandante,
questa settimana vorrei parlarti di un grande paradosso: fuggire dall’adesso.
Spesso infatti ci accade di farlo, soprattutto per dolore, utilizzando qualsiasi mezzo/maniglia che finisce per diventare una dipendenza o un imbroglio. Praticare questo slittamento in avanti o indietro significa effettuare un enorme spreco del momento che non viene vissuto: l’ora!
universo

Le esperienze dalle quali cerchiamo di fuggire non potranno essere dribblate continuamente. A un certo punto sarà necessario guardarle in faccia. In fondo un problema posticipato non è un problema risolto, anzi, nella maggioranza dei casi tale comportamento finisce per contaminare anche quanto di più buono c’è in noi  🙁

Vivere l’ora non significa non osservare ciò che è stato. Anzi! Ciò che abbiamo vissuto ci è utile, ma non necessario per fare nuove scelte. Le esperienze del passato davvero utili sono quelle vissute completamente, pienamente. Inoltre, vivere il momento presente non ci vieterà di pensare al nostro futuro, a ciò che vorremmo, ma soprattutto a ciò che non vorremmo più!

Il segreto potrebbe essere quello di imparare a investire su obbiettivi; questo può sostituire le maniglie e gli ancoraggi del passato in modo sano. Mettersi davanti, nel presente più vicino a noi, un progetto, uno scopo, ci darà forza, proprio come se dovessimo raggiungere un picco di alta montagna.
Guardando in su il cammino potrebbe risultare scoraggiante, se invece guardassimo indietro, in basso, potrebbe girarci la testa. Ma se osservassimo un albero, una roccia poco più avanti, e la prendessimo come un riferimento prossimo, allora potremmo goderci il paesaggio mentre saliamo e lasciarci alle spalle ciò che già è stato visto.

Viva l’ora, allora!
Nella ricerca di buoni obbiettivi ti auguro un buon viaggio!
Monia