A cosa servono le reliquie? Per quale motivo conserviamo i corpi dei santi? Hanno davvero un effetto su di noi e se sì, quale?
Caro viandante, questa settimana vorrei parlarti di un argomento un po’ particolare, tratto da una conferenza che ho tenuto a Bologna il 16 maggio 2011, presso l’Associazione Aestene, che saluto e ringrazio.
Per molto tempo mi sono chiesta a cosa servisse mutilare i corpi dei santi per mummificarli e farli oggetto di adorazione. Trovavo quest’usanza alquanto macabra e rallentante per l’anima.
Avevo, infatti, sentito dire che se il corpo non si è ancora decomposto, l’anima tende a girare in torno agli ambienti in cui è vissuta. Per questo motivo in India, per velocizzare il trapasso, le persone sono cremate. Molto diverso quello che invece accade nei nostri territori, in cui le bare sigillanti mantengono il corpo per decine e decine d’anni, integri e intonsi. Trovavo quindi molto ingiusto tutto ciò, oltre che orrido.
Poi ho scoperto qualcosa di davvero interessante che mi ha cambiato gran parte degli orizzonti rivolti a questo tipo di argomentazione.
Si tratta in realtà di un enorme atto d’amore da parte del santo: il suo Sé, infatti, decide di sacrificarsi e di mantenere il corpo nel tempo per far sì che le vibrazioni energetiche del sant’uomo e di tutto ciò di cui egli si è accorto, rimangano integre. Questo dono, questo atto, non solo innalza l’energia del luogo, ma produce a chi ne entra in contatto con coscienza, una grande trasmutazione interiore.
Ecco che il vero significato della parola “sacrificio” e cioè “rendere sacro”, viene a prendere a pieno la sua valenza ed il suo valore più alto: innalzare!
In questo video spiegherò cos’è il Wesak e come si calcola, lo metterò in relazione alla Pasqua e spiegherò nel dettaglio quanto appreso nel mio accorgermi del momento.
Un sorriso
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