Il due di Ottobre 2009 sono partita per la Germania dove sono andata a sperimentare un’avventura davvero significativa. Ho vissuto quattro giorni nel miracolo.
Sono partita da Padova con la mia famiglia, sei persone in una multipla (sembra il titolo di un film italiano!). Abbiamo prenotato su internet un volo economico partenza da Bergamo. Arrivati a Francoforte per metà mattina, abbiamo recuperato un altro gruppo di Italiani che con noi facevano il viaggio provenienti da altri comuni. Un’ora e mezza di strada o forse due e siamo approdati in un complesso degli anni settanta, all’interno di un bosco a Springen.
Da qui sono iniziati quattro giorni di curiosa meraviglia.
Ma chi ero andata ad incontrare così lontano dal mio territorio d’azione?
Caro confidente, si tratta di un maestro, un avatar (reincarnazione divina), un santo, ma soprattutto un uomo!
Tutti noi siamo divini, l’unica differenza tra noi ed un guru, è che lui sa di esserlo, noi no!
Swami Vishwananda è mauriziano e abbraccia tutte le religioni. In cuor mio sapevo di non essere giunta al suo capezzale per conoscere lui ma per conoscere me.
La notte prima di partire i miei maestri in sogno mi dissero che questo era un viaggio speciale, che non ci sarebbe stato alcun capo gruppo, poiché ognuno di noi, in questo percorso, sarebbe venuto per portare a casa una matrice del suo proprio personale cammino. Un importante tassello si sarebbe così aggregato, risvegliato da quelle energie e dagli avvenimenti che in quel luogo si sarebbero mossi.
Entrata nella hall del monastero, fragranze di viola, rosa e qualche spezia a me sconosciuta mi hanno accolto. Mandala di ghiaino colorato decoravano il pavimento in prossimità del più grosso agglomerato di cristallo- fumé sul quale io abbia mai avuto la fortuna di posare gli occhi.
Alta regnava l’immagine di Babaji, un maestro che ogni tanto prende possesso di un corpo ma sempre consapevole di chi è in ogni sua reincarnazione; Swami Vishwananda ne è l’allievo.
Caro compagno di viaggio che mi leggi, spero tu possa permetterti di stupirti con me mentre ti racconto che, diversi giorni dopo, giurerei di aver visto quella stessa immagine del quadro strizzarmi l’occhio! Mi pietrificai dallo stupore e ancora adesso mentre ti scrivo, ondate calde di emozione mi pervadono il petto.
Ho fatto delle foto che sono risultate decisamente singolari, con grossi cumuli di energia che ci osservavano fin dal nostro arrivo.
MAESTRO BABAJ
SWAMI VISHWANANDA
INGRESSO DEL MONASTERO CON MANDALA E ORBS A DESTRA (COSCIENZE SFERICHE)
Ci dissero che il Guruji (Swami) era in Portogallo e che sarebbe rientrato in serata. Quindi procedemmo con lo schieramento libero del gruppo a curiosare nei templi e a sperimentarne l’energia.
PARTICOLARE NEL TEMPIO DI BABAJI ; DA NOTARE IL GLOBO DI LUCE SUL PETTO DELLA STATUA.
Così tra cappelle con magnifiche icone e quadri bizantini con Madonna che piangeva lacrime di Amrita (ne avevo sentito parlare ma pensavo che questo famoso elisir degli dei fosse una leggenda), pieni di stupore e meraviglia, rapiti dall’uragano di emozioni non ci accorgemmo che il Swami era dietro di noi…
Con l’entusiasmo di un bambino che mostra i suoi giochi, il maestro Vishwananda ci disse che visto che eravamo italiani ci avrebbe fatto provare l’esperienza di contatto diretto con la sua collezione di reliquie di santi del nostro Paese. Guruji è nato lo stesso giorno di S.Antonio e gli è particolarmente affezionato.
Nonostante il freddo da giubbotto imbottito anche in ambienti chiusi, tutti seguimmo questo sant’uomo come i topi seguono il pifferaio magico! Mi trovai a fare un’esperienza come non avrei potuto sperimentare da nessun’altra parte: in pochissimi istanti avevo tra le labbra (con un bacio) S.Francesco (o meglio ciò che ne restava), S.Antonio, la cintura di Maria e tantissime altre reliquie che Dio solo sa! C’era persino un guanto di padre Pio, donatogli da un fedele. Ogni tanto si racconta che qualche devoto al Swami porti in dono un’icona o una reliquia e a volte capita che il Guru la restituisca dicendo che non è autentica!
Sicuramente un incontro inaspettato! Ma non era questo quello che ero venuta a sperimentare! Il mio viaggio era dentro alla paura e alla paura di aver paura ma ancora non lo sapevo…
L’indomani ci incontrammo in una grande sala attrezzata per le prove canto. Il nostro gruppo infatti voleva fare omaggio al Swami con un canto di S.Francesco durante un particolare rito d’iniziazione (Darshan) che si sarebbe svolto in serata.
Quella mattina c’era anche udienza ai devoti da parte del Guruji. Avevamo l’appuntamento alle 11.15 ed entrammo in due: io ed Enrico, mio compagno d’avventure. Era un appuntamento fissato da mesi ed io volevo chiedere al maestro come potevo proteggermi dalle energie pesanti. Una volta entrata mi si svuotò la mente e non sapevo più cosa domandare. Swami Vishwananda ci fece scendere dalle sedie che ci ospitavano e scivolammo a carponi all’altezza delle sue ginocchia. Mi tese la mano dopo averla fatta volteggiare in aria, e davanti ai miei occhi si materializzarono un paio di orecchini di ametista. Io chiesi al Swami se avessi dovuto indossarli sempre, lui sorrise e mi disse che li aveva regalati a me, ora io ne avrei fatto ciò che volevo.
La paura di perderli prese presto il sopravvento…
Continuavo a pensare che se avessi perso il dono di protezione dell’avatar sarei stata influenzabile. Ci pensavo continuamente come un tarlo fisso, come quando hai la gonna sporca e pensi che tutti se ne accorgano, che tutti guardino lì, in quel punto di non perfezione.
Continuavo a toccarmi l’orecchino destro.
Presto giunse la sera e i preparativi per l’iniziazione erano in allestimento. Ci avviammo verso il luogo dove si sarebbe svolto il Darshan, super avviluppati tra cappucci, sciarpe e strati e sovra strati di indumenti, versione cipolla per combattere il freddo. Percorremmo una strada in mezzo ad un bosco che dal monastero arrivava nella cittadina. Lunghe file di umani verso l’elevazione della loro specie, come tante formiche dirette da magiche energie captate dalle loro piccole antenne.
Arrivammo alla struttura che accoglieva l’evento come fluttuando su nuvole. Sembrava cortissima quella distanza che divideva i due comprensori. Canti e suoni intonavano l’inizio dell’esperienza e presto fu chiaro che non si trattava di una riunione qualsiasi. Quattro ore di canti e preghiere per arrivare in ginocchio davanti al Guruji e poter da lui essere toccati. Eppure volarono! In me non c’era stato mai un secondo di stanchezza. Non si trattava di una funzione religiosa, ma un’autentica rappresentazione del libero pensiero in adorazione a Dio che è tanti aspetti in un uno e ai quali perciò noi uomini abbiamo messo tanti nomi. Molti modi per chiamare la stessa cosa. Come se in un vasetto di confettura di ciliegia noi ci mettessimo diverse etichette all’esterno per riconoscerne il contenuto: ci sarà così chi lo chiamerà ciliegia, chi amarena, chi dirà: “marmellata di frutta”, chi confettura …e via così! Ma le cose sono solo ciò che sono, il resto ce lo mettiamo noi! La divinità senza nome comprende tutti i nomi, poiché ne è superiore. Li ingloba tutti ma non ne è nessuno, poiché essa ne è uguale e distinta. Pura manifestazione del senza nome!
Ecco che il satellite era in attesa, attirato dal mio bisogno-paura del momento: l’insegnamento era giunto a me come un boomerang torna a chi lo lancia. Mi toccai per l’ennesima volta l’orecchio destro ed in quel momento il timore era diventato reale, vero, vivo nella stringa dell’adesso. Si era materializzata la mia paura così naturalmente come sorge il sole ad un certo punto del mattino e tramonta ad un certo momento della sera. Il demone della paura aveva preso il sopravvento. Io stessa avevo aperto la porta al mio demone e gli avevo permesso di agire. È così che accade. Sempre. Ogni volta. Finché non ti accorgi e l’energia che evoca il demone-paura perde di suo potere. Ora ero in balia della potenzialità della possessione. Presto qualche energia pesante avrebbe preso possesso di qualche mia stanza che da troppo tempo non occupavo. Sarebbe accaduto così, naturalmente, come la digestione di un cibo o l’assunzione di una bevanda: allo stesso modo io avrei incarnato il mio demone. Lui avrebbe preso vita in me e sarebbe stato me. Alla domanda del : “Chi sta essendo adesso “ avrebbe risposto lui, il demone, ed io sarei stata fuori. Game -over!
Ego distorto caro lettore! Ma bisogna accorgersi ed io non ero fuori dal programma- paura quindi non potevo vedere ne sentire la verità più autentica ma disgraziatamente solo quello che il mio software mi proponeva in quel momento.
Vivevo la mia traged ia personale appendendomi alle maniglie che mi erano date: in quel momento la mia stampella si chiamava Swami!
Così ecco che presto arrivò anche il mio turno, speravo che lui si accorgesse, che il maestro vedesse che avevo perso l’orecchino e che magari mi potesse indicare dove l’avevo smarrito. Ecco era il mio momento: appoggiai maldestramente le ginocchia sul cuscinetto ai piedi del Swami, rimanendo ben attenta a non toccarlo mai. Non riuscivo a guardarlo negli occhi. Lui mi sollevò il viso ed ecco i suoi occhi neri erano davanti ai miei a costellare galassie e spazi di infinito silenzio. Attimi eterni che ad un certo punto finirono e mi ritrovai nelle stringhe del mondo di qua. Tornai al mio posto avendo cura di non girare le spalle all’avatar. Frastornata, pensavo. Finisce l’evento, io pensavo. Ricomincia il percorso verso la struttura che ci ospitava in mezzo al bosco e io pensavo. Sentivo i files nel mio cervello riordinarsi velocemente, prendere un diverso ordine di assestamento. Scendevano mattoncini di consapevolezza che lastricavano la mia coscienza di nuovi input.
Ad un certo punto ebbi chiara un’ immagine: si trattava di un ricordo lontano, di un fatto mai avvenuto nel mondo di qua. Ero a casa di Pierluigi Ighina, durante il periodo in cui era ancora possibile andarlo a trovare (si tratta di un grande inventore, un genio di altri tempi, un maestro, un uomo eccezionale che ha scoperto l’atomo magnetico e ha portato avanti importanti ricerche sul magnetismo. Purtroppo qualche anno fa è passato ad un’altra dimensione). L’immagine era chiara come cosa appena accaduta: così nel modo che aveva lui di rivelarti frammenti di verità senza parlare, ma con la trasmissione del pensiero, lui mi disse: “Monia, la croce. Mettiti con le braccia allargate e fai la croce. Senti la croce, sii la croce. La croce sei tu! La protezione sei tu! Nessuno ti può toccare se sei nella croce!”.
Arrivo nella hall del monastero con un mal di testa che devastava gran parte delle mie sinapsi neuronali e stringeva forte creando pressione agli occhi (mal di testa che poi mi riaccompagnò a Padova e durò per ben tre giorni e mezzo!).
Arrivo con la mia famiglia alla sala da pranzo, era mezzanotte e mezza, vedo la lunga fila per la cena. D’un tratto mi rendo conto di non avere fame e di desiderare solo il letto, il riposo. Questa iniziazione non mi aveva caricato, mi aveva portato in una strana conversione con me stessa. Anche nei giorni seguenti non ero in tendenza divergente, non parlavo quasi per nulla col mio gruppo, dormivo molto e cercavo di schivare ogni impegno di dialogo più denso di un “buongiorno!”.
Finalmente, a digiuno, imboccai il corridoio che dava sulle stanze da letto: entrai facendo scivolare le gambe una innanzi all’altra, scoordinate come se ognuna di esse viaggiasse per un suo proprio conto. Mi sedetti sul letto ed iniziai a spogliarmi: tolsi di dosso tutti quegli strati che mi avevano protetto dal freddo nel tragitto esterno e che mi avevano fatto tanto caldo durante i canti. Arrivai al body con collo lungo e aderente: lo sfilai via pensando che la protezione ero io e avrei indossato quell’unico orecchino che mi era rimasto semplicemente come un dono di una persona speciale, non come un suggello indispensabile che mi avrebbe garantito vittoria certa sulle forme pensiero pesanti e i demoni e chissà che altra immondizia eterica. Mi alzai in piedi, grata per quell’illuminazione ma stanca, tanto stanca; ed ecco lì davanti ai miei piedi saltellò qualcosa: subito mi arrivò il satellite-pensiero che disse: “ È l’orecchino!”. Difatti era l’orecchino!
Felice come quando ritrovai la cartella di scuola che un amica delle elementari aveva portato via con sé, me li stringo e dico: “Grazie! Grazie universo che me li hai restituiti anche se non ne ho più bisogno!”. Così, quella notte mi addormentai felice e distrutta, con il mal di testa devastante ma molto grata.
L’indomani a colazione raccontai a tutti di aver trovato l’orecchino, ma solo prima di partire rivelai a qualcuno dei miei compagni di viaggio ciò che mi era stato dato di scoprire.
Ora ho voluto condividere con te questo viaggio, caro viandante. Un giorno sarà chiaro che potremmo imparare dal dolore e dagli sbagli altrui senza dover provare necessariamente su propria pelle l’evento-crescita. Un giorno useremo la comprensione, l’immaginazione e l’immedesimazione per superare i gradini della scala di Giacobbe (scala evolutiva). Un giorno, che non è oggi, non piangeremo che di felicità. Un giorno che non è oggi ma che voglio credere arriverà, capiremo che noi siamo lì, dov’è il nostro pensiero, dove noi appoggiamo la nostra attenzione. Un giorno ci accorgeremo che l’organo più importante che possediamo è la mente, e che dobbiamo far sì che essa sia nostra alleata e non nostra nemica. Un giorno saremo consapevoli che la mente non può essere brutta sporca e cattiva se è una creazione del divino lo è anche lei, ed è attraverso di lei che noi impariamo, ma soprattutto creiamo. Non ci sono energie che ci odiano, ma bensì è ciò in cui crediamo che materializza ciò che ci accade. Se ci manteniamo focalizzati sulla nostra paura essa ci divorerà prendendo forma in ogni nostro possibile destino immediato.
Quello che ho portato a casa da questo viaggio non ha prezzo, anche se erano cose che già sapevo e di cui avevo già parlato in conferenze e scritti. Ci sono caduta con tutte le scarpe! È dovuto servire l’amore dei miei amici ed un viaggio in una terra lontana con un maestro mauriziano a ricordarmelo! Quello che ho portato a casa di più prezioso non è stato un paio di orecchini di ametista comparsi dall’etere, ma la consapevolezza di aver ricordato qualcosa che già sapevo, ma che non mi sarebbe servito se non sperimentato. Un giorno non impareremo più così. Beati quelli che crederanno anche senza aver visto (aver sperimentato) perché di loro è il regno dei cieli (la capacità di fare futuro).
Namasté a tutti!!!
LUCI COMPARSE DOPO L’INIZIAZIONE IN SALA:
DAL BAULE DI UNA MACCHINA (MOLTO CAPIENTE!) SCORCI DI GERMANIA:
I FIORI DELL’AVATAR…
LA LUNA CHE MI ASPETTAVA AL RITORNO IN ITALIA NEL PIAZZALE DI CASA MIA:
E TU? CHE NE PENSI? IO LA PROSSIMA ESTATE CI RITORNO!!!!!
quasi quasi ci verrei anch’io. Si può?
Carissima Monia,
sono d’accordo con te: beati quelli che crederanno anche senza aver visto… ma non è male neanche sperimentare.
Io ho acquistato il tuo libro in occasione della presentazione a Jesolo in settembre e in te ho notato una luce particolare, una luce che si riflette anche nel libro.. non c’è traccia di paura. E comunque l’importante, come tu ben dici, è: “accorgersi” e credo che anche questo faccia parte del cammino.
Nel libro mi hai dedicato questa frase: ” a Graziano e al suo percorso. Affinchè trovi!”, come se tu sapessi già tutto di me.
L’ho già letto 3 volte e già dalla prima lettura si sono verificate delle coincidenze incredibili…è fantastico quello che mi sta succedendo grazie a te.
Tra l’altro mi sono riconosciuto molto con la tua storia: la mia è molto simile ed inoltre, guarda caso, sono un gemelli anch’io.
Io con la paura, o meglio con la paura di aver paura, avevo una discreta dimestichezza ma ora, grazie a te e al tuo libro, sto imparando velocemente a lasciarla andare.
Quindi non ti preoccupare (pre-occupare), sono dell’opinione che l’esperienza che hai avuto sia tutta da interpretare, senza fretta.. ma con la consapevolezza che sia stato un grande dono che ti è arrivato.
Ti sono grato per tutto quello che sei
Un abbraccio
Graziano
Ciao Monia,
ho letto della tua esperienza ma per me è ancora troppo. Sono ancora lontana nel mio percorso di crescita personale da questo tipo di esperienza. Ho letto tuo libro che mi è piaciuto molto e lo sto consigliando anche ad altri.
Lo rileggerò anche!
Ciao
Anna
Cara Monia, ho letto il tuo libro e ti ringranzio per la chiarezza con la quale hai espresso realtà che ho approcciato e che provo a vivere in modo consapevole!inoltre ho letto il tuo racconto sulla Paura,ed è quanto mai Vero! Spostare le ns certezze fuori da ciò che siamo,ci rende Nudi e Fragili. Il mio cammino è appena iniziato (3 anni)e l’entusiasmo per la meta mi da forza e vigore, anche se trasformare le ns vecchie credenze è un gran lavoro!
Ad maiora
Antonietta
molto interessante…mi aggrego il prossimo anno se il periodo coincide con le mie ferie.:-)))) un abbraccio di luce luisa
P.S. il tuo libro mi ha dato la confema che di ciò che sto vivendo nella mia vita è il giusto percorso..
Grazie Monia,
mi dispiace non essere stata lì ma leggendoti è stato come se lo fossi , sai trasmettere le emozioni in maniera tale che ti sembra di viverle ,avrò ora qualcosa in più sul quale riflettere.
Un’abbraccio e come dici sempre tu :”buona vita”, Leda
cara Monia,
grazie per avermi coinvolto in tutto questo, cercavo in internet qualcosa che mi facesse capire il perche’ del viaggi0, poi oggi ho aperto la posta e voila’ che dire…. che sicuramnete la prossima estate ci sarò, che siamo unici e che tutti gli insegnamenti che ci vengono concessi, ci portano ad una consapevolezza sempre maggiore.
Sono contenta, mi fa piacere conoscere ed essere a conoscenza di tutte le esperienze che fai, che hai.
L’unico Dio, la mente, l’energia e’ in noi, io sto imparando anche grazie a te. Ce la posso fare anzi ce la faccio.
Grazie ancora e a presto, complimenti per il libro un abbraccio di cuore
Rita
Cara Monia, sono sicura che nel tuo cammino evolutivo nello stesso modo in cui hai fatto si che si avverasse la tua paura hai altrettanto fatto si che ti arrivasse questa importantissima esperienza di crescita…quello che sapevi con la mente l’hai sperimentato con tutta te stessa, sensazioni, emozioni, fisicità…ed è in te adesso! Devi ringraziarti immensamente per la possibilità che dai a te stessa di crescere e di conseguenza la possibilità che dai agli altri : ) grazie
Ciao Monia, che bel personaggio che sei, sei troppo forte, hai forza da vendere…mi piace , mi piace. A parte gli scherzi penso realmente che tu sia un anima speciale e spero tu possa e voglia condividere il tuo percorso con noi ed aiutarci a capire sempre di più, ti abbraccio a presto,thank you !
p.s. il tuo libro è fenomenale e mi chiama anche di notte. Lo stò rileggendo e cercando di capire delle cosette, poi potrò raccontarti al meglio la mia esperienza
Carissima!!!! e’ stato bello condividere con te questa tua esperienza.
Anch’io sono in cammino per imparare e tante cose ho scoperto, mentre tante mi sono ancora oscure.
Ti ho pensato molto in questo periodo. Mi sarebbe piaciuto moltissimo partecipare agli incontri che avevi organizzato a Jesolo ma, come si dice, ho troppa carne al fuoco e non vorrei che bruciasse. La sto cuocendo lentamente. Anche perchè, lavoro, famiglia, volontariato e….
Ho fatto l’esperimento del riso … eccezionale.
Spero proprio di incontrarti presto….
Ciao e ottima vita anche a te.
Ortensia
La pura busso’ alla porta
il coraggio ando’ ad aprire
…. e non trovo’ nessuno
buona vita
Ogni volta che portiamo a cena una nostra paura facciamo molto per noi. Non solo ci rendiamo conto dei nostri limiti, ma permettiamo a qualcosa di oscuro di venire fuori allo scoperto. Non possiamo renderci conto di qualche cosa dentro di noi che non ci è più utile finché non la vediamo, non la tiriamo fuori di noi. Osserviamo ciò che ci fa paura, è il gioco del ridimensionamento: facendo questo scopriamo che in fondo alcune paure sono sovrastimate. Ma soprattutto mettiamo il focus sull’essenza della paura, così da farci ben presente di cosa si tratta, senza imbrogli, come spesso accade. Noi infatti siamo molto bravi a “raccontarcela”, ma le cose sono solo ciò che sono, anche le paure. Il resto ce lo mettiamo noi, con etichette distruttive che andranno a memorizzare quel sentimento con la medesima emozione. Accorgiamoci! Spesso si tratta semplicemente di un imbroglio, l’ombra di un lupo che in realtà è solo un cucciolotto e che se ci mettiamo a fare “bhoouu!” prende lui paura!
Cara Monia
Per la prima volta in vita mia scrivo attraverso un mezzo, che sicuramente non fa parte del mio bagaglio di conoscenze,spero di non fare troppi errori. Ti scrivo sopratutto per tenere vivo un contatto,ci siamo visti solo qualche giorno fa e pensare che fino alla fine di gennaio non avro risposta alle mie domande mi lascia perplesso.So che sei iper impegnata ma se puoi rispondi a queste 2 domande:Ci hai lasciati senza risposte con lo scopo di farci lavorare per autorisponderci? Se come credo e` cosi?Devo sapere se interpretare l`arcano anche al rovescio? Non ricordo se era dritto o rovescio e capisco che nemmeno tu possa ricordare con tutte le persone con cui hai a che fare. Conto su una risposta prima o poi, nel frattempo anche un pensiero sara` gradito.
Ciao a presto Pier
Il maestro che ti offre davvero un insegnamento non è quello che risponde alle tue domande, ma quello che ti aiuta a sganciarti dalle maniglie facendotele vedere e così facendo, ti rende libero.
Porta pazienza e affidati all’universo che non tradisce mai.
Sii sereno. Le coincidenze che imparerai a vedere ti sveleranno le risposte e ti forniranno i segni per illuminare la tua via.
C’è da imparare a muoversi con celerità nel subito e farlo con presenza. Ogni volta che deleghiamo a qualcuno questo compito, smettiamo di essere noi. Quel qualcuno a volte può essere qualcosa, qualche nostro programma che è attivo al posto nostro. In quel caso sono cannonate nel nostro sentiero dell’andare!
Ricordiamoci che il programma non è noi, il programma non è il computer!
Riflettere a lungo prima di agire può aiutare, ma non per troppo tempo! Soprattutto accorgersi se stiamo scegliendo con la nostra intenzione o indotti dal sistema è fondamentale. Per capire se siamo davvero noi ad esserci sarà interessante rispondere alla domanda: “Ma se ottengo questa cosa, la vorrò davvero?”.
Sembra una domanda banale, ma di fatto non lo è. Analizza. Sempre! Non ti stancare mai di farlo. Impossessati di ogni tuo frammento emotivo e vedi se è proprio il tuo.
Chi sta scegliendo? Quale parte di me sta scegliendo?
Poi a quel punto c’è da vedere se saremmo in grado di sostenere quella scelta, e le responsabilità che da essa ne deriveranno.
Una volta fatta la scelta poi si dovrà essere pronti a vederne le conseguenze. Niente paura! Ogni scelta è buona nell’atto di riconfermarne la scelta. Ma se così non dovesse essere, mai vergognarsi di cambiare idea e di modificarne dei dettagli, anche in modo totale! È nell’atteggiamento del cambiare che siamo approdati a nuovi orizzonti di noi. Chi è rigido si rompe! Il mondo è di chi accetta, si piega, si flette, ingloba e non abbandona. Non si tratta di essere accondiscendenti.
Troppo facile mollare! Disperde, distruggere…ingloba, integra, riunisci e trova a tutti e a tutto ciò che incontri il proprio posto nella tua vita, nella tua dimensione di ricerca. L’importante non è aver sbagliato, l’importante è aver imparato ad andare fino in fondo sulle cose.
Buon Natale inteso come nuova nascita a tutti!
Ma si sei straordinaria, i tuoi racconti sono trasparenti come quelli dei bimbi, quando ci capita qualcosa di straordinario per paura di perdere la certezza di quell’esperienza tendiamo a portare con noi le prove….ma le prove vere sono nella nostra anima, nessuno può prenderle……….grazie anche per il tuo libro, l’ho letto con avidità e ho fatto il bagno in tanti argomenti che avevano già sfiorato la mia anima e che avevano bisogno di essere trasformati…………un bacio e a presto spero.
UN GURU PER AMICO
Mi chiamo Alioscia e desidero in queste righe condividere con voi l’esperienza che ho potuto fare con Guruji e tutte le persone che con grande purezza d’animo operano insieme a lui per aiutare tutti noi a ritrovare la via o a continuare il percorso spirituale.
Devo ringraziare Monia, una cara amica, che dopo aver incontrato Swami in Germania ha voluto condividere con noi amici questa parte del suo cammino, attraverso un articolo pubblicato nel suo blog in cui con grande maestria è riuscita a farmi empaticamente sentire ciò che nel periodo del suo soggiorno ha provato tanto da esser riuscita a farmi emozionare.
Da quel momento in poi si è accesa in me una scintilla che attimo dopo attimo ha alimentato in me la voglia di conoscere quell’ambiente che sembrava esser stato illuminato da molta luce.
Gli eventi della mia vita nel frattempo si continuavano a susseguire, ma il tarlo per il viaggio in Germania era sempre più radicato in me.
Finalmente una sera il mio telefono suonò ed Enrico compagno fedele di molte avventure, mi ha proposto di partire. Preparati 4 vestiti e senza dormire siamo partiti dovendo affrontare un viaggio di 9 ore tenuti svegli dall’emozione che ci avvolgeva dovuta all’incontro che sarebbe avvenuto con un “uomo” tanto illuminato.
Giunti a Springen, paese immerso nella natura nella quale opera Guruji, un’energia potentissima avvolse da subito la mia mente e il mio cuore.
Ancora non avevo potuto vedere ne parlare con nessuno ma era come se mi sentissi teleguidato a continuare ad esplorare e a mettermi in gioco.
In cuor mio decisi di vivere questa esperienza a cuore aperto e senza remore poiché una situazione simile non l’avevo mai provata in vita mia.
I fatti insoliti continuarono a susseguirsi, fummo accolti nel giardino della sua comunità da Ruchita, (ragazza che si occupa dei gruppi italiani che vanno li in visita), persona profonda, umile e sincera che ancor prima di conoscermi si è dimostrata essere pura, capace di capire con grande apertura d’animo chi ero dal primo istante facendomi sentire a casa fra amici.
Ho potuto comprendere poi che l’accoglienza fatta senza secondi fini con lealtà e amore fraterno è uno dei punti di forza dell’intera comunità; nella nostra società in cui tutti badano solamente al proprio tornaconto considerando le persone nella maggioranza dei casi, solo per i propri interessi personali.
A Springen si vedono persone che ti aiutano, ti abbracciano, ti sorridono, conversano facendo colazione con te senza averti mai conosciuto prima.
Positivamente sconvolgente direi.!!!!
Vorrei parlare ora delle attività di crescita spirituale che si svolgono all’interno della comunità.
Prima di partire ero convinto che vi fossero alcune cerimonie che nel rispetto delle regole della comunità stessa non si potessero evitare.
Ancora una volta son rimasto “sconvolto” , piacevolmente ovvio, nessuno mai mi ha imposto di far nulla avrei potuto per assurdo restarmene 3 giorni a letto senza che nessuno battesse ciglio.
Mi gettai subito nella mischia senza voltarmi indietro e pensarci, ho quindi partecipato all’Om-healing che si può considerare l’inizio della mia ri-nascita spirituale.
Cantando l’Om in compagnia di molte altre persone una coperta di energia mi avvolse il cuore ma la cosa ancor più entusiasmante, e chi pratica Om-healing lo sa, è che mentre ti ricarichi tu doni anche energia agli altri, eccezionale!!!!!!!!!!
Subito dopo l’Om-healing ho avuto la fortuna di poter conoscere Swami durante il Darshan.
Sinceramente non sapevo nemmeno in cosa consistesse questa cerimonia ma sentivo dentro me 1 voglia indescrivibile di esserci.
Senza mangiare ci recammo all’interno della struttura preposta per l’evento.
Canti, canti, canti, energia, energia, energia, energia facevano spirito di condivisione e crescita spirituale per tutti coloro che vi parteciparono ancor prima dell’arrivo di Guruji.
Quando poi arrivò per stare fra noi e iniziare le benedizioni individuali il livello di energia in sala si elevò ulteriormente tanto che sembrava quasi di essere in un’altra dimensione anzi son certo che in un’altra dimensione mi trovavo proprio.
Quando mi trovai di fronte a Swami per la benedizione ero molto emozionato ma riuscii ugualmente a guardarlo negli occhi nonostante il loro magnetismo e la forte carica che da lui proveniva.
Per mettermi a mio agio mi fece uno stupendo sorriso che era luce pura e mi chiese da dove provenissi e come mi chiamassi.
Sembra 1 cosa banale ma questo evento è stato fondamentale per una riflessione dalla quale la mia vita ha cominciato a cambiare.
Credevo infatti che una guida spirituale tanto illuminata come è Swami Vishwanananda, fosse inarrivabile per la gente comune come me, protetto da mille regolamenti o vincoli o che si potesse magari parlargli protetto da un vetro o cose simili ed invece non è assolutamente così almeno per quanto lo riguarda.
Avevo un desiderio di poterlo incontrare per porgli qualche domanda personale e per un regalo della Madre Divina ciò avvenne dopo la cena del giorno successivo al Darshan mentre stavo conversando con Ruchita e alcuni amici ( tra i quali voglio ricordare in particolare Shankari responsabile italiana dell’Om healing, persona attenta all’altro e particolarmente sensibile),che avevo conosciuto a tarda sera.
Guruji entrò in refettorio e un rispettoso silenzio calò sulla stanza.
Con estrema naturalezza venne a sedersi al nostro tavolo e con un sorriso ci mise subito a nostro agio scherzando con noi e facendo persino auto ironia su di sé.
Di tutte le domande che avevo non riuscii a farne nemmeno una ma dal discorso che mi fece capii che sapeva già cosa avessi voluto chiedergli confermando ed avvalorando la bontà del mio percorso di aiuto alle altre persone mediante i doni che ho, esortandomi a continuare la mia opera. Ciò mi ha reso molto felice perché ancor prima di andarmene lo consideravo già la mia guida spirituale.
Nel momento del nostro incontro non era ne in abiti da cerimonia, ne con scorta alcuna ne dietro a un vetro proprio perché Swami è un Guru amico e a misura di chi lo incontra che sa porsi sullo stesso piano di chi gli parla e valutare le singole situazioni cambiando all’occorrenza anche il proprio comportamento.
Un amico per me prima di tutto! Giocare con me e la mia carrozzina ne è stato indice, spero che anche per Lui forse è così!
Dopo questa esperienza è cambiata la mia vita, da casa divulgo in ogni modo possibile i suoi messaggi e cerco di farlo conoscere nella sua essenza di guida-uomo , uomo-guida e di guida per l’uomo: cerco infatti di vivere il suo messaggio nella quotidianità di rispettare e cercare il Divino in ogni forma si manifesti nella vita di tutti i giorni ma soprattutto nelle azioni reali.
Mi sento di dover far qualcosa di più per Swami perché a me a donato molto e dona molto in ogni istante poiché se pur lontano fisicamente è sempre vicino a me durante le mie meditazioni ma anche nelle vicende che mi accadono giornalmente, per cui ho deciso di collaborare con Ruchita nella gestione e sviluppo del blog italiano di Guruji.
Magari questo articolo potrà, in alcuni passi, sembrarvi sintatticamente poco corretto ma ogni singola parola proviene dal mio cuore e sono lieto di averlo scritto.
Good work, keep us posting, you are very good writer.
Bellissima descrizione emozionale, un vissuto che fa rivivere al lettore in questo preciso istante ognuno con il suo sentire . Io l ho conosciuto a Jesolo ed è gioia pura tant'è che portò sempre con me una sua piccola foto . Bello leggere e condividere . Grazie Monia. Un abbraccio da Caterina Vendramini
La prima foto di Babaji ha lo sguardo VIVO
Monia, quando torni, io vengo con te! Grazie per questa esperienza raccontata come sempre in modo regale! Abbracci! Dona