Caro Viandante, l’uomo e la donna sono detentori di grandi insegnamenti per la collettività.
I loro sono ruoli indissolubili e inscindibili, l’uno, dall’altra. Per meglio spiegare quali forze li governino e che ruolo essi abbiano in società, mi fa piacere svelare gli archetipi segreti di cui sono portatori: Il Sole e la Luna. 

Lo farò in modo dettagliato durante l’intervista radiofonica andata in onda il 6 marzo 2020 su RADIO RPL, diretta dalla conduttrice Malika Zambelli che ringrazio di cuore.

Partiamo quindi dal ruolo che porta l’uomo sulla terra, nella società e che insegna alla donna: l’Energia Solare di cui lui è maestro (SOLE). L’uomo infatti, offre alla comunità l’energia del FARE. Quindi l’azione: la forza che collabora a braccetto con l’intelletto, la strategia intellettuale risolutiva, la direzione oltre l’ostacolo. Il maschio insegna il rigore, l’organizzazione, il territorio, la visione d’insieme: la panoramica.
L’uomo, quando è “sano, risolto”, insegna il coraggio del cuore quando è collegato al braccio operoso. 

Il segreto che custodisce la donna invece è rappresentato da l’energia Lunare di cui essa è maestra (LUNA). La donna insegna alla comunità il SENTIRE. L’ascolto del cuore, l’ascolto profondo, l’accoglienza, l’amorevole gentilezza, l’amorevole distacco sono i suoi doni. La grazia (l’agire con grazia), il tatto, la delicatezza, il sentire che previene, anticipa ciò che occorre e lo procura sono i talenti veri che la donna risolta, integra, in equilibrio, ci offre. La donna, alla comunità insegna la pazienza (9 mesi di gestazione, il ciclo ogni mese con i suoi dolori). Lei insegna la ciclicità: l’inizio, il cammino, l’arrivo per poi ricominciare. La donna è l’archetipo per eccellenza del mutamento. Lei è legata alla LUNA come sua sorella e alle sue diverse lune che, come archetipi, insegnano la mutazione, il mutamento, la precarietà, l’inconsistenza della vita e delle preoccupazioni portate troppo allungo.

Gli archetipi dentro di lei sono quattro diversi tipi di cicli lunari che la governano: la luna piena, la luna, calante, la luna nera, la luna crescente, sono simboli inconsci potenti che dirigono le energie della donna. 

Lei così in luna piena si fa madre nutriente e insegna la pazienza, il nutrimento, la giusta accondiscendenza mirata all’amore per chi cura, il trarre piacere dal piacere altrui, dall’essere lei l’artefice, lo strumento di tale piacere.
Il sacrificio mirato alla crescita di chi ama, allo sviluppo e la forma della vita, rendendola sacra, degna di essere vissuta, anziché coltivare la sopravvivenza è il suo insegnamento più grande.

Con l’archetipo della luna calante le forze della donna si fanno più sottili, rarefatte, sofisticate. È il caso dell’archetipo dell’incantatrice.

Qui la donna insegna il piacere egoico, quello sano: come faccio ad amare il prossimo se non amo prima me stessa? 

Insegna pertanto l’amore per sé, il prendersi cura dei propri bisogni, dei propri tempi, dei propri spazi. 

Conoscersi e sapere cosa ci piace, concedersi di uscire dal rigore, assecondare la spinta ormonale, rompere gli schemi, osare, sono in questa fase le parole chiave. 

È la fase dell’incantatrice: colei che alla festa sa ammaliare tutti, tuttavia, alla fine, balla da sola.

Insegna a porre i limiti e preservare il territorio: nella misura in cui rispetto i miei bisogni e ritmi, posso trarne benessere ed energia, per poter poi occuparmi di tutto il resto. 

Una fase che potrebbe essere vista come egoista. L’egoismo è sempre stato mal percepito dalla collettività, demonizzato, questo perché scambiato per egocentrismo e prevaricazione, arrivismo e spietatezza. Il sano egoismo che la donna insegna con l’archetipo della luna calante è altro. È osservazione consapevole delle proprie necessità, del proprio valore. Darsi a chi è davvero meritevole perché comprende chi siamo e come sia possibile scambiare reciprocamente i talenti. Offrirsi per scambiarsi piacere e contributo in modo libero, in assenza totale di ricatti emotivi o sociali. Darsi per piacere, piuttosto che per obbligo o necessità significa autenticità, libertà, interezza, valore, stima, fiducia, riconoscimento. Tutti doni che la donna in questa fase offre a piene mani, se sana, alla propria società.

Con l’archetipo della luna nera invece, c’è il giusto riposo. 

Qui la donna ci insegna a gestire l’energia, convogliarla in noi, nell’attesa di poterla usare al momento opportuno. 

Ci insegna il risparmio energetico e l’investimento fisico ottimizzato al massimo scopo, con il minimo costo energetico. L’archetipo della strega appare con la luna nera. 

La donna in questa fase sente a livello inconscio la fase lunare, che le offre distacco e meditazione, risanamento psicofisico biologico e pace. Osservazione e straordinarie capacità intuitive sono doni che potranno essere adoperati nella fase successiva. Qui la donna ci insegna la ponderazione, la lentezza che ci permette di osservare bene, in modo dettagliato, ciò che accade intorno. Come se vivesse in una bolla, la donna in questa fase, guarda da un punto privilegiato il mondo fuori, amplificato dalla bolla che, come una lente d’ingrandimento, permette di vedere meglio, di più e più affondo.

La donna in fase strega insegna l’ascolto pronto a fornire una soluzione, lentamente è in grado di sbrogliare il filo del gomitolo che, con le altre fasi, si può essere formato. 

È la fase più lenitiva in assoluto, capace di auto curarsi. La necessità di dormire di più ce lo ricorda: il sonno cura, guarisce, risana. Come un animale malato che entra nel sonno per curarsi, similmente in questa fase, la donna insegna l’auto ascolto del proprio corpo, la salvaguardia di esso. 

La luna crescente muove invece le forze della donna verso il fuori, quelle energie conservate, preservate, meditate, ora sono libere di esprimersi e spargere i propri semi. In questa fase la donna insegna il coraggio delle idee, l’andare per il mondo a testa alta, anche quando il collo è sporco, e non si è proprio perfetti. L’adorabile imperfezione di questa fase della donna insegna la vera bellezza: quella che rende le cose imperfette, perfette. Il coraggio fiero di chi si mostra per ciò che è, senza timore del giudizio, felice di offrire tutto di sé, con il grande desiderio di darsi, di offrire liberamente il proprio contributo alla società, senza paura del giudizio è l’insegnamento ivi sotteso. La donna qui insegna che la vita è fatta per sperimentare, che l’esistenza è un laboratorio vivente! Fin da piccoli ci insegnano che sbagliare è male. Ci educano con l’idea che vinca il più bravo, e che è più meritevole chi fa tutto per bene. Tuttavia, la saggezza popolare ci insegna che sbagliando che si impara! E da qui la confusione che non ci fa capire più nulla. Se è sbagliando che si impara perché i premi li vincono solo i migliori? 

Questa fase della donna, caro Viandante, ci insegna che solo il fatto che ci stai provando va premiato, qualsiasi sia il risultato della tua esperienza. 

È vivendo che si impara, e spesso chi fa sbaglia. Non per questo verremo colpevolizzati, anzi, sapremo cosa non fare la prossima volta, e qui sta il dono, la grande vittoria: ho imparato, piuttosto che sbagliato! Quindi o vinci o impari. L’errore qui non è previsto. 

Che Buon Pro ti faccia, Viandante
GUARDA QUI LA DIRETTA RADIO DEL 6 MARZO 2020 SU RADIO RPL