“L’amore è il segnale più potente di crescita al mondo: la paura è l’esatto opposto”
tratto da Progetto Anima di Monia Zanon Anima Edizioni.
Esistono in noi in forma archetipale due cavalli: uno bianco e uno nero. Quando corre il primo, il secondo sta fermo e viceversa. Il cavallo bianco si chiama Corteccia Prefrontale, quello nero inveceMente Sub-conscia.
Ognuno di essi ha un suo compito ben preciso: Corteccia Prefrontale si occupa della gestione della Coscienza, ossia del non già prestabilito, dell’inatteso, del sorprendente, dell’atto dello stupore mentre mi accorgo, mentre prendo coscienza di nuove informazioni, nuove idee e possibilità di cambiamento e risoluzione dei problemi.
Mente Sub-conscia invece è parte del cervello originale, qui soggiorna la mente ordinaria. Esso è costituito dal nostro vissuto, da tutte quelle informazioni arrivate dall’ambiente dal periodo della gestazione in poi. Esso si struttura per lo più durante i primi sei -sette anni di vita del bimbo. NellaMente Sub-conscia non vi è fantasia o creatività, si tratta infatti di una serie di programmi installati dalla nascita di informazioni varie, vissute dai nostri genitori, o da chi ci circonda e trasmesse a noi come vissuto. È in questo modo che possiamo sapere, caro viandante che mi leggi, che il fuoco brucia, o che l’acqua è pericolosa, le persone sono buone o cattive, le melanzane sono indigeste, l’ascensore mi fa paura, il buio mi spaventa o meno, rispetto al fatto che uno dei nostri genitori o parenti, ha avuto quella stessa esperienza.
Il cavallo bianco Corteccia Prefrontale va allenato, egli non cresce da solo. Attraverso l’evoluzione del cavallo bianco noi possiamo far crescere quel seme interiore che nasconde potenzialità incredibili di innovatori, ricercatori, maestri dei nostri stessi talenti.
Egli però è un cavallo lento, che osserva l’erbetta del sentiero dove pascola, quando mangia assaggia invece di ingozzarsi, egli si disseta piano, sentendo il sapore dell’acqua, accorgendosi del variare degli odori nelle stagioni.
Il cavallo nero invece è rapido e scattante, nervoso, impetuoso, frenetico, costantemente attento a farci fare ciò che lui sa fare da tempi infiniti.
Egli segretamente teme il cavallo bianco, perché lo considera uno sprovveduto, un fantasioso perditempo, un filosofo che elabora inutili concetti di possibilità mai sperimentate e quindi pericolosissime!
Quando sopravviene un problema il cavallo nero entra in azione con la sua sapienza e dice: “si deve fare così!” e accade che per la maggior parte del tempo vinca lui: è il più veloce!
Questa sua funzione attiva in noi ci ha salvato la vita molte volte, spesso senza accorgerci però della qualità di vita che questo sistema ci offre.
Il cavallo bianco invece perde quasi sempre, eppure la soluzione che egli può offrirci è strepitosa! Innovativa e appassionata ci porterebbe tanta felicità e ci potremmo sentire per un attimo dei veri geni!
Purtroppo il suo stile Don Chisciottesco comporta rischi che fanno decidere l’inconscio della persona per la vittoria del cavallo nero 10 a 1!
Se solo potessimo osare … se solo potessimo!
Quando il cavallo bianco vince troviamo nuove soluzioni a vecchi problemi, ed è solo così che possono essere risolti! Ma la comodità di esecuzione conosciuta e sperimentata è quella prescelta dall’inconscio che fondamentalmente è un grandissimo fifone presuntuoso! Mai come in questi casi viandante, la parola presuntuoso è più azzeccata!
L’origine della parola pre -sume significa prendere prima. Quindi ci induce a credere che si prenda una decisione prima che si trovi una soluzione, ossia crediamo sia scontato risolvere in questo modo e solo in questo, una certa dinamica. Come si usa spesso dire, mi fascio la testa prima di rompermela: utilità questa per la mia evoluzione pari a zero!
L’inconscio sa che far vincere il cavallo bianco porterebbe tutte le strutture che compongono il suo individuo ad essere felice, ma teme lo scotto come l’uomo nero dei bambini.
Sono fortemente convinta che quando sappiamo come funzionano le cose, esse iniziano all’improvviso ad appartenerci sul serio, così mi piace credere che da oggi prima di fare una scelta che potrebbe comportare la Vita vera anziché la mera sopravvivenza all’evento, ci penseremo un po’ più su mio caro lettore, magari anche solo qualche secondo.
Esso sarà un secondo in più sottratto alla vittoria del cavallo nero e un colpettino sulla spalla per il cavallo bianco dicendogli: “oggi non sono pronto a farti vincere, ma ti tengo sott’occhio! Stupiscimi!”.
*Per approfondire l’argomento invito la lettura del mio libro Progetto Anima– l’attenzione consapevole attraverso l’accorgersi. Strumento pratico per sedurre il tuo ego e condurti al successo oltre l’epigenetica. Anima Edizioni
STRAORDINARIA
bellissima affascinante ed incantevole
bellissima metafora e belle cosiderazioni…ciao Monia e Buone Feste!
Molto molto bello Monia, hai davvero un grande dono di “prelevare”, si può dire, gli archetipi dal loro infinitamente variegato universo dove esistono dalla notte dei tempi… ed ecco che arriva Monia e gli regala un senso nuovo e FRESCO… nonchè attuale per i giorni d’oggi. Si, :-). Un caro saluto e Buone Feste!
motlo vero….grazie
non vedo l'ora di capire qual'è il mio animale!!! forse un topastro!!
grande Monia, un bacione
Io ho sempre amato i cavalli! :)…Specie bianchi!…ma a parte un commento per sorridere…grazie come sempre Monia,per i tuoi articoli illuminanti! E Buon Natale!!
Un’abbraccio!
In me ho varie prerogative di vari animali