Caro viandante,
questa settimana vorrei parlarti di meditazione e preghiera e di quanto questa sia difficilmente sostenibile nella frenesia del mondo odierno. 
Uno dei nemici più terribili nell’approccio alla pratica della preghiera e della meditazione è la tensione. Essa è prodotta dal rumore della nostra mente, da ciò che crediamo sia vero, da ciò che temiamo, proiettandoci nel passato e nel futuro in maniera continua e pressante.

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Sarà utile tornare all’origine, viandante, e per farlo sarà necessario capire come funzioniamo.
 I sensi sono le nostre meravigliose finestre che si affacciano sul mondo, essi comprendono e immagazzinano dati silenziosamente, ma in modo importante e straordinario. 
Tornare all’osservazione dell’attività di comprensione dei sensi è straordinariamente rilassante e riappacificante, andando così a placare il vespaio della nostra testa, nel nostro mondo interiore caotico e frastornante.

Esercizi che riportano all’ascolto dei sensi non sono mai abbastanza, sarà opportuno quindi, ogni volta che se ne ha l’occasione, porre attenzione all’ascolto presente dei sensi: conosciamo molte cose, eppure pochi di noi pongono attenzione al sapore della propria bocca chiusa. 
Siamo tempestati di suoni e stimolazioni sonore di ogni tipo e genere, ma pochi di noi riescono ad accorgersi del tamburo del cuore nelle proprie orecchie, o nella giugulare. 
Vediamo una infinità di colori, luci e forme, ma quasi nessuno riesce ad accorgersi dell’effetto che tale luce, colore o forma ha nel suo equilibrio interiore.

Torniamo all’ascolto dei nostri sensi viandante!
Saremo in questo modo sempre centrati sull’adesso!

Strappando momenti autentici alla nostra caotica giornata di autentica presenza, potremmo schivare quel sistema che ci porta alla parte posteriore del nostro cervello. Questa area cerebrale è quella in cui risiedono i programmi già prestabiliti, il sistema che viene prodotto in questa zona ci induce ad utilizzare vecchi modi d’agire, rispetto a nuovi modi di risoluzione, trasportandoci in tal modo al futuro e al passato, bypassando completamente l’unico tesoro che possediamo: l’adesso!

Vorrei ricordare che in un passo del vangelo, il grande Gesù diceva che è inutile affannarsi per il domani, poiché esso avrà già le sue inquietudini. (cfr. Mt 6,33-34)
Buona accorgersi viandante!

 

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